Che tu sia un medico o un assistito, sicuramente ti sarai chiesto come si gestiscono le prestazioni di tipo sanitario. Il medico deve fare una fattura per fare un certificato? La vendita è soggetta ad IVA? E e al bollo? Proviamo a rispondere in questo articolo.
In quali casi mi devo porre il problema? Tutti i medici devono emettere fattura?
No, non tutti. I medici dipendenti pubblici (ospedalieri) emettono certificati che sono sempre gratuiti per il paziente.
Dall’altra parte ci sono in medici in libera professione, che hanno sempre diritto ad un compenso per la loro attività.
Ne consegue che solo nel caso della prestazione di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta potrei trovarmi in dubbio se la prestazione vada fatturata o meno.
Il certificato ha un costo autonomo, dipende dalla prestazione resa?
La prestazione sanitaria è un insieme di atti che parte dall’acquisizione del consenso e dell’anamnesi e prosegue con la visita medica e termina con il certificato. Il certificato non ha una sua autonoma consistenza, ma fa parte della prestazione sanitaria. Quindi non è il certificato che ha un costo, ma la prestazione medica nel suo complesso che potrebbe averlo.
Quali sono i certificati gratuiti per l’assistito?
Ricordando che siamo nel caso di medici di medicina generale e dei pediatri, vediamo quali sono certificati gratuiti. Sono gratuiti perchè rientrano nelle convenzioni regionali o nazionali e vengono pagate al medico dallo Stato.
I classici esempi di certificati gratuiti sono:
- incapacità temporanea al lavoro;
- riammissione a scuola;
- attività sportiva non agonistica parascolastica;
- assistenza domiciliare integrata;
- denunce obbligatorie (nascita, morte, malattie infettive e diffusive, AIDS, ecc.).
Al di fuori di questi casi, il medico può pretendere un compenso?
Esattamente, perchè lo stato retribuisce alcune prestazioni ed altre no. Al di la dei casi appena menzionati, le prestazioni sono a carico dell’assistito.
Quant’è il compenso che in questi casi il medico può chiedere in libera professione?
Non esiste una tariffa che vincoli il medico ad un determinato prezzo (una volta un tariffario ma è stato abolito). E’ necessario però che il medico informi prima il paziente sul costo della prestazione per evitare spiacevoli discussioni.
Il medico può decidere di rilasciare certificati gratuiti?
Il medico potrebbe decidere, a seconda del caso del singolo paziente, di non chiedere il pagamento del certificato. Potrebbe farlo un apprezzabile motivo di solidarietà sociale, ma se lo fa per motivi commerciali potrebbe essere accusato di concorrenza sleale.
Quando il medico riceve il compenso, deve sempre emettere fattura?
Si, nello stesso momento in cui viene pagato: il paziente deve uscire dallo studio con la fattura.
Sulle fatture per certificati a pagamento ci vuole o no l’IVA?
E’ necessario distinguere la finalità prevalente della prestazione:
- se è tutela della salute dell’interessato o della collettività, il compenso è esente da IVA.
- se è di natura accertativa o peritale o medico-legale, allora il compenso è soggetto a IVA.
Fino al 2005 funzionava in modo diverso e le prestazioni erano esenti IVA.
Qualche volta non è facile distinguere i due casi. L’Agenzia delle Entrate ha previsto una possibile soluzione: nei casi in cui la prestazione del medico sia contemporaneamente finalizzata alla cura della persona, ma abbia anche risvolti assicurativi o peritali, è possibile evitare l’applicazione dell’IVA se il medico riporta in fattura la dizione: “Riscontrata prevalente finalità di tutela della salute”.
Quali sono i tipici casi di certificati o prestazioni a pagamento esenti da IVA?
Sono, ad esempio, i certificati per:
- buona salute, sana e robusta costituzione, attività ludico-motoria;
- patenti di guida;
- porto d’armi;
- medicina del lavoro;
- esonero dalle lezioni di educazione fisica;
- infortunio a fini INAIL;
- invio di minori in colonie o comunità;
- ammissione di anziani in case di riposo;
- invio in soggiorni marittimi o montani per motivi di salute;
- avvenuta vaccinazione;
- dieta personalizzata alla mensa;
- idoneità a viaggi.
Per non applicare l’IVA è necessario inserire qualche dicitura particolare?
Va riportata la dicitura: “Prestazione sanitaria esente IVA ai sensi dell’art. 10 n. 18 del DPR 633/1972”.
In quali casi la prestazione è soggetta ad iva?
Ad esempio per i certificati che hanno ad oggetto:
- invalidità civile;
- infortunioa fini privati;
- riconoscimentocausa di servizio;
- fini assicurativi;
- idoneità allosvolgimento di generica attività lavorativa;
- impossibilità a presentarsi intribunale;
- inabilità a riscuotere la pensione.
A quanto ammonta l’IVA in questi casi?
Al 22% del compenso.
Quali dati sono obbligatori sulla fattura?
- Il nominativo del medico e il suo numero di Partita IVA;
- le generalità del paziente e il suo codice fiscale;
- la data e il numero progressivo della fattura (che può essere un numero incrementale anno dopo anno, oppure ricominciare ogni anno dal n. 1 seguito
dall’anno di competenza. Ad esempio”n. 1/2013″,”n. 2/2013″ e così via); - la descrizione della prestazione (ad esempio:”visita e certificazione medica”);
- l’importo del compenso;
- l’eventuale dizione di cui sopra per le prestazioni esenti da IVA;
- incasocontrario: l’aggiunta del 22% di IVA al compensostesso;
Serve la marca da bollo sulla fattura?
La marca da bollo di € 2,00 si applica solo se il compenso è esente da IVA ed è superiore ad € 77,47.
Che cos’è la ritenuta di acconto? E’ dovuta?
La ritenuta d’acconto è una percentuale che si detrae dal compenso del medico e che il beneficiario della prestazione deve versare allo Stato.
E’ un anticipo dell’imposta che viene versato direttamente dal beneficiario della prestazione che fa così da sostituto di imposta.
Solo le fatture nei confronti dei titolari di partita iva applicano la ritenuta d’acconto.
La ritenuta non è mai dovuta in relazione ad una prestazione resa ad un paziente (inteso come singolo cittadino non impresa).
Con la ritenuta d’acconto, quindi, il medico “rinuncia” ad una parte del suo compenso, che va allo Stato in acconto alle tasse che il
medico dovrà pagare ins ede di dichiarazione dei redditi.
Come è possibile riscuotere la prestazione?
- Per gli importi superiori a € 999,99 solo con pagamento tracciabile
- per gli importi inferiori a € 999,99, con pagamento tracciabile o con denaro contante.
Il medico deve avere un conto corrente dedicato?
Non è previsto dalla normativa, ma è assolutamente raccomandato perché possa tutelarsi meglio in caso di verifica fiscale.
