La relazione tra Contributi a fondo perduto e controlli fiscali

Contributi e controlli

Ti sei mai chiesto se l’accesso ad un contributo avrebbe potuto aumentare le probabilità di un controllo fiscale da parte del fisco? In effetti è proprio così, lo ribadisce l’Agenzia con una circolare che manifesta la stretta correlazione tra verifiche dei requisiti dei contributi a fondo perduto e controlli. E in un periodo di sentenze a riguardo e di annunci del fisco riguardanti gli accertamenti in arrivo il tema si fa caldo e la preoccupazione dei contribuenti sale.

Nell’ultimo periodo quasi tutte le aziende hanno approfittato delle opportunità concesse dai vari decreti ristori e sostegni messi a disposizione dal Governo. Alle domande presentate segue una attività di verifica dei requisiti che puo’ generare, in caso di indebita fruizione, un controllo dell’Agenzia delle Entrate. E’ l’agenzia stessa che informa di questa possibilità con la circolare numero 4 del 7 maggio 2021, che indica le agevolazioni per le quali scatta questo meccanismo.

Nelle linee guida linee guida sulla prevenzione e contrasto all’evasione fiscale, nonché sulle attività relative al contenzioso tributario, alla consulenza e ai servizi ai contribuenti del 2021 si trova un passo importante:

“L’attività dovrà essere prioritariamente indirizzata nei confronti dei soggetti che hanno indebitamente fruito dei diversi regimi agevolativi che l’ordinamento offre, a regime, e previsti dai vari decreti che si sono succeduti dal 2020 ad oggi, per fare fronte alla crisi economica generata dalla pandemia”.

Quali sono le agevolazioni che generano i controlli?

L’Agenzia è chiarissima nel dichiararlo e nella circolare sopra citata stila una lista degli aiuti che possono, se indebitamente utilizzati, generare un controllo:

  • articolo 25 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. «Rilancio» – contributo a fondo perduto), convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;
  • articolo 59 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (c.d. «Agosto» – contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici), convertito con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126;
  • articolo 1 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 (c.d. «Ristori» – contributo a fondo perduto da destinare agli operatori IVA dei settori economici interessati dalle
  • nuove misure restrittive), convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 1764;
  • articolo 2 del decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149 (c.d. decreto «Ristori bis» – contributo a fondo perduto da destinare agli operatori IVA dei settori economici interessati dalle nuove misure restrittive del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 novembre 2020);
  • articolo 1 del decreto-legge 23 novembre 2020, n. 154 (c.d. decreto «Ristori ter»);
  • articolo 6 del decreto-legge 30 novembre 2020, n. 157 (c.d. decreto «Ristori quater»);
  • articolo 2 del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 gennaio 2021, n. 6 (c.d. decreto «Natale»);
  • articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 (c.d. decreto «Sostegni»).

Come è ovvio a questo elenco si aggiungerà anche il decreto sostegni bis appena varato.

Ho già goduto dell’agevolazione, posso stare tranquillo?

Non lasciatevi ingannare dal fatto di aver ricevuto i contributi richiesti, sono stati erogati in base ad una prima fase di controlli, ma l’Agenzia si riserva di verificare ulteriormente le condizioni con l’utilizzo dei dati che vengono dai dichiarativi, e quindi in un secondo momento.

Su ogni importo erogato una prima fase di controlli è stata già superata, ma l’Amministrazione finanziaria ritorna sul possesso dei requisiti e sulle caratteristiche dei soggetti che presentano domanda e specifica:

“Le istanze presentate telematicamente per il riconoscimento del contributo sono state sottoposte, in fase di accoglienza, a un primo controllo sulla base dei dati a disposizione, mentre la verifica delle ulteriori condizioni (ad esempio, il limite di accesso al beneficio e il calcolo del contributo) può essere effettuata solo con l’utilizzo dei dati dichiarativi pervenuti successivamente alla fase di erogazione”.

Quali elementi saranno considerati?

Gli elementi che l’Agenzia prenderà in considerazione saranno ad esempio:

  • verifica della condizione di accesso dei ricavi;
  • corretta indicazione della percentuale del contributo relativamente alla dimensione del richiedente;
  • congruità del valore delle operazioni effettuate nel corso del 2019 e del 2020;
  • presenza di eventuali indici di frode fiscale sugli stessi.

Un meccanismo di controllo analogo verificherà i requisiti anche per chi ha fruito dei crediti di imposta quali:

  • credito di imposta per ricerca e sviluppo;
  • credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno;
  • credito di imposta sisma centro-Italia;
  • credito di imposta zone economiche speciali;
  • credito di imposta formazione 4.0.


E l’Amministrazione finanziaria specifica anche l’importanza di dedicare il suo impegno “al riscontro delle compensazioni indebite, ponendo particolare attenzione, data l’insidiosità della fattispecie, anche ai casi in cui i crediti, palesemente fittizi, risultino utilizzati in compensazione per il pagamento di somme iscritte a ruolo o di somme dovute a seguito di atti di accertamento, soprattutto se sono stati oggetto di definizione, a vario titolo, da parte del contribuente (ad esempio, definiti in adesione, mediazione, conciliazione, ecc.)” e specifica che particolarmente attenzionato dovrà essere il bonus ricerca e sviluppo sul quale ha già riscontrato diverse anomalie.

Contributi e agevolazioni espongono il fianco ai controlli di una amministrazione sempre piu’ aggressiva, e nei quali la tutela del contribuente diventa sempre più difficile anche in considerazione di sentenze che sempre piu’ consolidano lo strapotere ormai riconosciuto all’amministrazione finanziaria e nel quale l’inversione dell’onere della prova è, orma lo sappiamo, la normalità.


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